IL SERVO DI DIO JANEZ FRANČIŠEK GNIDOVEC CM
Janez Gnidovec nasce il 29 settembre 1873 nel paese di Veliki Lipovec, nella parrocchia di Ajdovec (nell’odierna diocesi di Novo mesto, Slovenia). Il giorno seguente e’ battezzato nella chiesa parrocchiale. Il 29 gennaio 1880 gli muore la madre, Jožefa. Lo stesso anno comincia e l’anno seguente termina la scuola annua del paese natio, quindi si trasferisce a Novo mesto, dove ha modo di frequentare sia le elementari che il ginnasio fino al 1892. L’11 febbraio 1892 gli muore padre, Janez.
In quello stesso anno, Janez, entra nel seminario di Ljubljana e vi rimane fino all’estate del 1896. Il 23 luglio di quello stesso anno viene consacrato sacerdote. Ha inizio il suo primo anno di ministero sacerdotale come cappellano nelle parrocchie di Idrija e di Vipava (1896 – 1899).
L’anno 1899 il vescovo di Ljubljana Anton Bonaventura Jeglič cerca sacerdoti che siano idonei a reggere l’appena nascente istituto diocesano San Stanislao a Šentvid presso Ljubljana. Uno dei candidati è Janez Gnidovec, che proprio allora viene iscritto per il proseguimento degli studi a Vienna. Negli anni tra il 1899 e il 1904, Janez Gnidovec studia all’università di Vienna filologia classica e la lingua slovena e tedesca.
Ritornato a casa, prima ricopre la carica di aspirante professore al ginnasio di Kranj, quindi, il 19 luglio 1904 corona gli studi e consegue il dottorato. Il 22 settembre 1905 viene nominato professore e primo direttore del ginnasio diocesano – Istituto San Stanislao a Šentvid presso Ljubljana.
Si dimostra come professore e direttore esigente e severo ma umile; è pieno di attenzioni verso gli studenti e i colleghi di lavoro. Durante la Prima guerra mondiale l’Istituto viene provvisoriamente trasformato in ospedale militare. Janez Gnidovec ha ora modo di aver cura dei soldati feriti. Tutta questa mole di lavoro all’Istituto e per i militari feriti nel periodo bellico estenuano e affaticano il suo fisico al punto, che decide di dedicarsi alle missioni.
Il 7 dicembre 1919, Janez Gnidovec, lascia l’Istituto San Stanislao e, accompagnato del vescovo Jeglič, entra nella Congregazione della Missione, che allora aveva la sua sede a Tabor a Ljubljana. Nel 1921, dopo il noviziato a Groble presso Domžale, pronuncia i voti permanenti. Subito dopo è nominato vice direttore dei seminaristi della Congregazione della Missione, nello stesso tempo è anche confessore dell’Istituto penale di Begunje, e missionario.
Il 5 marzo 1923 diventa direttore dei novizi, e continua a comunicare con la gente come loro missionario.
Nel frattempo il Nunzio apostolico per la Jugoslavia cerca un candidato adatto alla dignità di vescovo a Prizren e Skopje. Il 24 ottobre 1924, il papa Pio XI, nomina Janez Gnidovec a vescovo della diocesi di Prizren e Skopje. Il 30 novembre 1924 è investito del titolo episcopale nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Tabor a Ljubljana; il 8 dicembre 1924 s’insedia solennemente a Prizren (Kosovo).
Nel momento stesso che il nuovo vescovo Janez Gnidovec prende cura della giurisdizione spirituale e il governo ecclesiastico della diocesi, si adopera con tutto se stesso nell’opera missionaria di cui gli sta tanto a cuore. Con altrettanto zelo visita le sue parrocchie e contatta con i fedeli. Il 19 marzo 1930 benedice il nuovo seminario minore di Prizren (Kosovo).
Nel 1934 trasferisce la sede della diocesi da Prizren a Skopje (Macedonia). Tra gli anni 1928 e il 1938 costruisce chiese nelle seguenti città e paesi: Peć, Đakovica, Priština, Smač, Uroševac, Letnica, Krvoserija, Zlokučani, Dušanovac, Gusinje, Bistrnica, Pošter e Dunav.
Dedica tutta la sua attenzione ai suoi sacerdoti rafforzando in loro il senso dell’unione e della fratellanza nonché l’amore per l’istruzione. A questo scopo , negli anni 1925 – 1938/9, indice ben 9 sinodi diocesani, dove si assembravano quasi tutti i sacerdoti della sua diocesi; ai fedeli scrive 11 lettere pastorali; prepara 3 congressi eucaristici e due mariani. Và 5 volte a Roma ed una a Chicago (USA).
Dopo tanto estenuante lavoro il suo corpo ne risente. L’anno 1933 si ammala gravemente; ma, ringraziando Iddio, si riprende – non del tutto, però – poiché, da allora, ha forti malori di testa. Il 10 gennaio 1939, dopo una ricaduta, và a Ljubljana. Il giorno seguente lo trasportano d’urgenza della casa provinciale dei padri Lazzaristi all’ospedale Leonišče. E’ in quel frangente che il suo dolore fisico si congiunge completamente con l’oscurità interiore,
con la grande prova della ‘assenza della vicinanza di Dio e del triste esperimento di sentirsi indegno al Suo cospetto.
Il 3 febbraio primo venerdì del messe, Janez Gnidovec muore. Viene sepolto tra i confratelli Lazzaristi nel cimitero Žale di Ljubljana. Tra i vescovi presenti alle sue esequie vi è anche l’arcivescovo di Zagabria Alojzije Stepinac, colui nei prossimi anni dovrà molto soffrire e testimoniare con il martirio l’amore in Cristo e delle sue pecorelle. Verrà beatificato nel 1998.
La Congregazione delle Cause dei Santi, il giorno 15 dicembre 1977 permette all’arcivescovo di Ljubljana Jože Pogačnik di dare inizio al processo diocesano; l’arcivescovo indice l’inizio di esso l’8 febbraio 1978. Il processo si conclude nell’anno 1984; i documenti relativi alla vita virtuosa di Janez Frančišek Gnidovec vengono spediti a Roma. Il 13 gennaio 2005 ha inizio a Ljubljana il processo riguardo la presunta guarigione su intercezione del vescovo Gnidovec.
Anche questo si conclude il 24 luglio 2006; vengono messi insieme i documenti, e quindi spediti il 7 agosto 2006 a la Congregazione delle Cause dei Santi. Il 23 luglio 2007 il Prefetto della suddetta Congregazione José Card. Saraiva Martins conferma l’esattezza del procedimento.
La particolarità della personalità di Janez Frančišek Gnidovec consiste nella sua semplicità. Non sente il peso degli sforzi. Lo scopo della sua missione lo vede nell’apostolato, nella preghiera e nell’attività pastorale; lo guida il fervore nell’azione della salvezza delle anime. La strada percorsa da Šentvid fino a Skopje è segnata da anni d’intensa operosità, dalla continua preghiera, dall’umiltà,
nel servizio alla Chiesa e tramite esso anche alla comunità alla quale viene mandato (il suo motto episcopale: tutto a tutti!). Questa è la storia delle ascese e delle cadute, dei successi e degli insuccessi, delle comprensioni e delle incomprensioni. Il terreno spirituale della storia lo supera con il suo modo di vivere e di perseverare in devozione. La sua vita è una continua opera per la gloria di Dio. I principi dottrinali, la volontà di praticarli e la fede in essi sono il suo credo personale.
Detto modo di interpretarli in tutta la loro profondità sorpassa la specificità del dovere didattico pedagogico e pastorale. Notevole e commovente è la sua esperienza dell’oscurità interiore, che coinvolge la sua fede e sofferenza; esperienza, che – in tantissimi modi – lo collega con i grandi santi personaggi della Chiesa.
L’eredità epistolare di Gnidovec è molto parca. Di più sono coloro, che parlano di lui. Tra loro emerge (e ne è il portavoce) una testimonianza scritta da una sua allieva di Skopje – Agnes Gonxhe Bojaxiu, oggi beata Madre Teresa. Così lei scrive su di un biglietto, che lo ha consegnato a due suore slovene a Roma il 22 agosto 1974:
“Il nostro vescovo Gnidovec era un santo. Tutti lo chiamavano con questo nome. Era un vero sacerdote sul modello del Cuore di Gesù; mite e umile di cuore. Quando sono partita per la missione, ha celebrato una messa per me, mi ha comunicato, mi ha dato la sua benedizione, dicendomi: ‘Andate a la missione. Date a Gesù tutto, vivete solo per Lui, siate solo Sua, amate solo Lui, soffrite solo per Lui. Che Gesù sia tutto nella vostra vita’.
Sono convinta, che prega per me e che ho in lui un protettore presso Gesù.” Madre Teresa
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